top of page

Control.

“IT’S TIME TO TAKE BACK CONTROL”


Nell’ultimo post vi ho parlato di una serie Tv che (per il mio inutile parere) non ha ricevuto la giusta fama. Ieri ho finito anche la seconda stagione, bella anche questa, non al livello della prima. È rimasto molto in sospeso, ma credo che con gli ultimi quattro episodi della terza stagione si chiarirà tutto. Ma la prima rimane per me un piccolo capolavoro.

Oggi rimaniamo sempre al nord, rimaniamo sempre nell’ambito di quei progetti che passano inosservati senza un preciso motivo, ma ci spostiamo nel mondo dei videogiochi.

Remedy Entertainment è una società finlandese che sviluppa videogiochi, non è certo una di quelle mega case con budget stratosferici in grado di sviluppare titoli tripla A, come Rockstar, Ubisoft, Santamonica o altre, ma ha sempre rivestito un ruolo importante nel mercato videoludico perché, dal suo piccolo, ha regalato grandi perle. Un esempio? Max Payne o Alan Wake. Questi giochi sono stati subito apprezzati dal pubblico e diventati ben presto pietre miliari, portando la casa ad un successo tale da firmare un accordo con Microsoft per realizzare un’esclusiva per Xbox e Pc. Quel progetto era Quantum Break, anch’esso un piccolo capolavoro passato in sordina, visto l’esclusività per la console americana in un periodo in cui era Sony con la Ps4 ad avere ancora la popolarità maggiore (e ce l’ha tuttora, ma la “rivale” ha fatto grandi passi avanti, come Xbox Game Pass o lo sviluppo per ora migliore di Xbox Serie X). Comunque siamo ancora nel 2016, Quantum Break non ha il successo sperato e Remedy scioglie l’accordo con Microsof ed inizia lo sviluppo di un nuovo videogioco. Passano tre anni, siamo nel 2019, ed inizia la fine dell’ottava generazione di console, certo sono uscite Ps4 Pro e Xbox one X, più potenti delle versioni standard (ma sempre meno dei Pc di top gamma) e i videogiochi hanno sempre grafiche al limite delle possibilità delle console (che nelle versioni standard sventolano implorando pietà al videogiocatore).



C’è Deathstranding, c’è Red dead redemption II, God of War, poi altri giochi che della grafica non ne fanno un punto di forza ma si concentrano sul gameplay e sulla direzione artistica, come Sekiro, giochi pazzeschi che meritano tutto il successo che hanno ottenuto. Ma all’inizio del 2019 si vociferava insistentemente su un progetto di Remedy, qualcosa di diverso, uno sparatutto in terza persona il quale si discostava dai soliti canoni dei TPS, perché sia per trama, che per tipologia di gameplay era unico nel suo genere. Per i fan di Remedy le somiglianze con Quantum Break erano tante, anch’esso era unico con le abilità speciali di fermare il tempo e costruire un’esperienza di gioco dalle molteplici strategie, ma col fatto che sarebbe uscito su più piattaforme e che già dalle prime impressioni era nettamente migliore del progetto del 2016, tutti avevano l’acquolina in bocca.

Control (che verrà poi pubblicato dalla 505 games, una casa editrice italiana) inizia ad essere considerato dalla stampa, si vedono subito i gameplay, una grafica incredibile e soprattutto un’interazione ambientale senza precedenti. Ovvero che tutto l’ambiente circostante era non solo distruttibile, ma utilizzabile dal giocatore a proprio vantaggio durante il gioco. Si poteva rompere una colonna e i frammenti che cadevano potevano essere utilizzati dal protagonista come arma o scudo, grazie ai suoi poteri particolari. Certo per qualcuno che non ha confidenza o familiarità coi videogiochi, ciò può sembrare nulla di che, ma io so, so quanto è pesante per un processore quel tipo di interazione. Quanti giochi hanno i famosi muri invisibili o gli oggetti sono indistruttibili o se vengono distrutti poi rimangono a terra immobili in modo irrealistico. Compenetrazioni, bug, oggetti che glitchiano. Questo perché tutto ciò richiede un lavoro di calcolo pesante, immenso, che una console classica non potrebbe sostenere (a meno che non si programmi in modo perfetto). E invece in Control c’è tutto, c’è la grafica pazzesca, un ottimo sistema di shooting, ma soprattutto c’è un livello di controllo ambientale che fa impallidire tutte le produzioni tripla A, da God of War a Sekiro. Certo non mancano i cali di frame rate, specialmente su Ps4 classica, ma solo in poche occasioni, logicamente sventola da far paura, ma lo fa anche per giochi meno pesanti, dopotutto siamo alla fine di vita di questa magnifica generazione, quindi ci sta che inizi a far fatica a supportare i nuovi giochi. Ora che vi ho elencato quegli elementi tecnici che da subito mi hanno impressionato, passiamo all’altro elemento a favore, unico nel suo genere (i poteri telecinetici sono una gran cosa, rivoluzionano tutto, ma fanno sempre parte del gameplay), ovvero la trama e come questa storia viene raccontata.

Siete fan di Stranger Things? Di Dark? O per i più vecchiotti di X-Files? Beh, questo gioco allora vi farà impazzire, letteralmente. Perché la storia, ma più che altro il modo in cui viene raccontata, la regia che sta dietro ad ogni filmato è qualcosa di unico che mai avevo visto in un videogioco (forse solo in quelli di Hideo Kojima). Criptico, enigmatico, c’è suspence e soprattutto c’è personalità. Questo gioco ha una incredibile (cazzuta) personalità. Eppure, non se ne sente parlare, è passato inosservato, perché è uscito nello stesso anno di Sekiro o Deathstranding, e non voglio di certo togliere niente a questi titoli (Serkio l’ho amato e finito due volte) poiché nemmeno io avrei preso Control se non fosse stato sul PsNow, perché lo ritenevo un gioco troppo pesante per la Ps4 e avrei aspettato la Ps5 piuttosto che prendere la Pro solo per quei giochi che meritano un hardware con i fiocchi. Ma Control va alla perfezione (qualche piccolo problema di caricamento ogni tanto, ma è la Ps4 ragazzi che tira le cuoia ormai), ma il gioco è incredibile e lo si può giocare praticamente gratis se si fa la prova di una settimana al PsNow.



A me certe cose lasciano allibito e anche amareggiato, perché so benissimo che il mondo è ingiusto, che ci sono ben altri problemi, ma qui c’è un lavoro pazzesco di un gruppo di persone che per anni hanno dedicato giorno e notte ad un progetto che ha tutte le carte in regola per diventare gioco dell’anno. Eppure niente, tutti giocano a Fortnite, Fifa o Cod Warzone (senza niente togliere a questi, ma dai cambiate canale ogni tanto, avete una Porsche e ci fate sempre la stessa strada…) perdendosi capolavori come questo e non valorizzando il lavoro di persone che meriterebbero molto più successo.

Ora sta a voi prendere il controllo, Direttori.

P.s. Labirinto del posacenere. Dopo che ci avrete giocato capirete… UNICO, INCREDIBILE, ESPERIENZA VIDEOLUDICA PERFETTA.

4 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Bloodborne.

bottom of page